Ti sei mai chiesto da dove nascono le gru? Questi veicoli rappresentano infatti uno degli strumenti indispensabili per la costruzione di strutture di varia natura, la loro storia però non nasce certo in tempi recenti. Noi della Camillo Vismara abbiamo deciso di raccontarti la storia di queste macchine, ma non basta un solo articolo per contenerla tutta!
Leggi qui il primo episodio e continua a seguirci per scoprire tutti gli altri!
Tra tutte le arti basate sulla tecnologia, l’invenzione più importante per gli usi pratici fu senz’altro il paranco con il bozzello (ars manganariorum), conosciuto anche con il nome formale di meccanica. “La meccanica rende possibile sollevare grandi pesi e intraprendere opere grandiose altrimenti impossibili in natura con uno sforzo modesto”. Così scriveva il matematico Alessandrino Pappus nel terzo secolo descrivendo lo stato della tecnologia a quel tempo.
Costruire con le gru nell’Antico Egitto
Una delle più poderose e impressionanti costruzioni in pietra è la piramide a gradoni del faraone Djoser con una base di 109 per 125 metri. La piramide è stata costruita a Saqqara in Egitto attorno al 2750 a.C., quindi 100 anni prima della piramide di Cheope e ben 900 anni prima dei megaliti di Stonehenge.



Attraverso l’Africa, l’Europa e il Sud America, i nostri antenati hanno trasportato e sollevato massi di ogni dimensione e peso. Per esempio, per la costruzione della piramide di Cheope sono stati utilizzati 2.3 milioni di blocchi di pietra con un peso di 2.5 tonnellate, sollevati e piazzati in 206 linee orizzontali con un totale di 5.75 milioni di tonnellate sollevate e piazzate in un periodo di 23 anni. Ben 685 tonnellate e 274 blocchi al giorno!
Sui metodi di sollevamento e piazzamento dei blocchi sono nate numerose teorie, ma ancora oggi, dopo 5’000 anni, non sappiamo esattamente come opere tanto maestose siano state realizzate: pensiamo agli obelischi del peso di 1’100 tonnellate e 42 metri di altezza, oppure al tempio del faraone Chefren, costruito con i blocchi in assoluto più grandi mai utilizzati per la realizzazione di una struttura, ciascuno con dimensioni di 6.2×6.8×4 metri e del peso di 425 tonnellate. Far sorgere edifici come questi, tra cui anche il famoso tempio di Karnak a Tebe con le 134 colonne del suo labirinto, sarebbe estremamente difficoltosa anche con la tecnologia di cui disponiamo oggi.
È stato solo nel ventesimo secolo, infatti, (ben 4’500 anni dopo) che siamo riusciti a trasportare e sollevare pesi simili per dimensioni a quelli dell’Antico Egitto.
Allora perché in questo lunghissimo periodo di tempo non abbiamo sentito l’esigenza di muovere e sollevare tali pesi? Semplicemente, non sapevamo come farlo?
Qualunque sia la ragione è affascinante pensare a quei blocchi di 200-1’000 tonnellate mentre osserviamo le nostre moderne gru in esercizio. Gli antichi capomastri non potevano certo disporre delle nostre tecnologie… O forse sì?
Le gru greche
La storia dell’Antica Grecia, se raffrontata con quella dell’Antico Egitto è sicuramente meglio documentata. Ed è infatti lì che scopriamo le prime “gru”: macchine di questo tipo erano usate in Grecia per la costruzione di stabili già nel 5 secolo a.C. Il diario di viaggio del famoso viaggiatore e storico greco Erodoto risale al 440 a.C. circa. Anche se alcuni dei suoi appunti si sono rivelati, ai giorni nostri, inesatti, Erodoto scriveva che le piramidi egiziane, già vecchie di 2’000 anni ai suoi tempi, erano state costruite utilizzando macchine per il sollevamento.

Questo disegno arabo cerca di spiegare “Heronius Barulkon” un mezzo di sollevamento che con speciali ingranaggi era in grado di aumentare la forza di sollevamento di un uomo di cento volte
Immagine tratta dal libro di KHL Group, The History of Cranes (1997)
In vari lavori degli studenti greci di meccanica classica, tra cui Archimede, metodi, operazioni e forze esercitate dalle macchine per il sollevamento sono descritte nel dettaglio, mentre la situazione non è la stessa per quanto riguarda i disegni tecnici delle macchine stesse. Heronius, che viveva ad Alessandria nel secondo secolo a.C., descriveva in modo accurato l’uso teorico delle “gru”. Purtroppo, i lavori originali di Heronius non sono sopravvissuti sino ai giorni nostri, abbiamo quindi solo delle copie provenienti dall’Arabia e risalenti al nono secolo, nonché delle traduzioni tedesche.

Interpretazione araba della macchina per sollevamento di Heronius per blocchi e pietre composta da ingranaggi, verricello, bozzello e paranco
Immagine tratta dal libro di KHL Group, The History of Cranes (1997)